venerdì 31 maggio 2013

Il ratto di Deianira

Il ratto di Deianira, Guido Reni 1620-21, Louvre, Parigi

il mito: Deianira figlia del Re di Calidone fu sposa di Ercole dopo che questi ebbe la meglio sul dio fiume Acheloo. Questi durante la lotta assunse diverse forme di creature mostruose fino a quando trasformatosi in Toro, Ercole lo uccide privandolo di una delle due corna. Ercole e Deianira lasciano Calidone e giunti sulla sponda di un fiume, l'eroe affida Deianira al Centauro Nesso perchè la conducesse dalla parte opposta. Nesso però si innamora della giovane e tenta di rapirla ma viene subito colpito e ridotto in fin di vita da un dardo scagliato da Ercole. Nesso, morente, cede a Deianira un po del sangue dicendole che con esso avrebbe potuto preparare un unguento con cui Ercole l'avrebbe amata per sempre.

In seguito, Ercole si innamora di Iole allora Deianira gli fa avere una tunica intrisa del sangue di Nesso. Non appena Ercole la indossa una terribile ferita si diffonde per tutto il suo corpo e in preda all'atroce dolore si da fuoco sul monte Eta.
Deianira, disperata, si toglie la vita.

giovedì 30 maggio 2013

Titanomachia

TITANOMACHIA: I Titani nella mitologia e nella religione greca, sono gli dèi più antichi, nati prima degli Olimpi e generati da Urano (Cielo) e Gaia (anche Gea, Terra) due divinità primordiali.

I titani più conosciuti sono Crono (kronos), Rea, Teti, Giapeto e Iperione, ma in tutto erano 12. Figli di Urano e Gea erano anche i Ciclopi e i Centimani. Urano però per paura di essere spodestato dal trono impedisce che i figli vengano alla luce divorandoli e tenendoli nel proprio ventre o gettandoli nel Tartaro (Inferi) come nel caso dei Centimani.

La moglie Gea però aiuta il figlio Crono a mettere fine a questa tirannia fabbricando per il figlio una falce con cui Crono evirò il padre (secondo il mito è l'antica città di Messina detta appunto Zancle che in greco significa falce il luogo di questo episodio).

Da allora saranno Crono e Rea a governare. I loro figli saranno: Istie, Era, Demetra, Ade, Poseidone. Tuttavia la storia si ripete poichè Crono avvisato dalla madre che uno dei figli lo avrebbe spodestato li divora anch'egli. La moglie Rea, incinta dell'ultimo figlio, Zeus lo nasconde a Creta facendo divorare a Crono una pietra al suo posto.

Zeus crebbe quindi a Creta (oggi è stata individuata anche la grotta in cui fu allevato) e giunto all'età matura affrontò e sconfisse il padre Crono. Liberò quindi i fratelli e i Ciclopi che per ricompensarlo gli fecere dono del lampo del tuono e del fulmine.

Inizio una lunga guerra (Titanomachia) tra gli olimpi e i titani che durò più di 10 anni (alcuni archeologi collegano questo evento all'eruzione del Vulcano di Santorini avvenuta intorno al 1700 a.C che distrusse la civiltà minoica giungendo fino a Creta). Su consiglio di Gea, Zeus libera i Centimani che saranno decisivi perla vittoria degli Olimpi.

I Titani vengono gettati nel Tartaro sorvegliati dai Centimani e inizia l'era degli Dei.

Arianna

John Vanderlyn, (ca. 1808-1812), Arianna addormentata a Naxos, olio su tela,
Academy of Fine Arts, Pennsylvania 


il mito: Arianna è una figura mitologica spesso associata alla figura di Teseo. Teseo giunto sull'isola di Creata per uccidere il Minotauro ebbe una relazione con Arianna che lo aiutò ad uscire sano e salvo dal labirinto. La storia però non ebbe un lieto fine: ucciso il Minotauro, Teseo riparte con la sua nave abbandonando Arianna nella spieggia di Naxos.

Venere, Marte e Amore

Venere, Marte e Amore è un dipinto olio su tela di Francesco Barbieri detto il Guercino databile al 1634.

il mito: Venere e Marte rappresentano due polarità opposte: l'Amore e la Guerra. Dalla loro unione simboleggiata dalla presenza di Cupido che sta per scagliare la freccia, sarebbe nata l'Armonia.


mercoledì 29 maggio 2013

Achille incontra la madre Teti presso il centauro Chirone


Achille incontra Teti presso il Centauro Chirone, Bernardino Cesari, 1621-22, Collezione Fondazione Roma

il mito: Zeus e Poseidone si erano contesi la mano di Teti fino a quando Prometeo (o, secondo altre fonti, Temi) profetizzò che la ninfa avrebbe generato un figlio più potente del padre. Per questo motivo essi dovettero rinunciare alle loro pretese e costrinsero Teti a sposare Peleo, giustamente convinti che il figlio di un mortale non avrebbe costituito una minaccia. Achille fu educato dal centauro Chirone.

Il ratto di Europa

Il ratto di europa, Nicolas Coypel, 1726-27, Philadelphia Museum of Art

il mito: quello del rapimento di Europa è uno dei miti greci più rappresentati dagli artisti. Si racconta che Zeus, invaghitosi della fanciulla che era figlia di Oceano e Teti, assunse le sembianze di un toro mentre lei raccoglieva fiori sulla sponda fenicia. Si avvicinò alla fanciulla e si chinò ai suoi piedi per essere cavalcato. Appena Europa salì la portò via attraversando il mediterraneo e giungendo finoa  Creta. Una volta sul'isola Zeus riacquistò le fattezze umane ma Europa lo rifiutò. Allora il mito narra che Zeus la conquistò con la forza e dalla lro unione nacquero tre figli tra cui Minosse, il leggendario Re di Creta costruttore dell'omonimo palazzo.

Narciso ed Eco

Narciso e Eco, John William Waterhouse, 1903

il mito: Narciso è una delle figure mitologiche più conosciute perchè riprosto più volte sia da artisti che scrittori. Il suo nome deriva dal termine greco "nàrke", che significa torpore. Abile cacciatore girava per le montagne finchè incontrò la ninfa Eco che si innamorò perdutamente della sua bellezza.


Narciso rifiutò il suo amore e lei si consumò di dolore.

Secondo un altro mito Eco tuttavia era stata punita da Hera per aver aiutato Zeus a nascondere alcune relazioni extraconiugali distraendola con lunghe conversazioni. Hera per punizione la trasformò in un suono che riproduceva le ultime parole pronunciate da altri.

La dea Nemesi (che puniva gli errori degli esseri umani), commossa per la storia di Eco, decise di vendicarla. Fece avvicinare Narciso ad una fonte fino a vedere la sua immagine riflessa nell'acqua e della quale egli si innamorò. Narciso morì di dolore nel tantivo di conquistare la sua immagine.


                                                                                                 Narciso, Caravaggio, 1597-1599, Galleria Nazionale d'Arte Antica - Palazzo Barberini, Roma



martedì 28 maggio 2013

Prometeo e l'Aquila

Prometeo e l’aquila che gli divora il fegato – Olio su tela di Jacob Jordaens (circa 1640), Walleaf-Richartz Museum di Colonia (Germania)

il mito: Prometeo fu incatenato da Zeus in cima ad una rupe e ogni giorno un'aquila scendeva dal cielo a divoragli il fegato. Di notte il fegato ricresceva. Questa era la punizione per aver rubato il fuoco divino dall'Olimpo e averlo restituito agli uomini.

Nel prossimo appuntamento vedremo la liberazione di Prometeo da parte di Eracle.

Pandora

John William Waterhouse Pandora (1896)

il mito: Zeus per punire Prometeo di aver restituito agli uomini il fuoco divino lo fece incatenare in cima ad una rupe da Vulcano (Efesto) e ogni giorno un'aquila scendeva dal cielo a divorargli il fegato che di notte ricresceva. Inviò inoltre Pandora, una donna bellissima a cui affidò un vaso contenente tutti i mali dell'umanità che on avrebbe dovuto mai essere aperto. Zeus mandò Pandora dal fratello di Prometeo Epimeteo che la sposò ed ebbe da lei una figlia, Pirra. Malauguratamente però, Pandora per la curiosità di sapere cosa ci fosse dentro il vaso lo aprì e da allora i mali che ancora oggi attanagliano l'umanità si sparsero per il mondo. Zeus però non riferì a Pandora che il vaso conteneva anche un'altra cosa, forse la più importante: la speranza.

Concilio degli Dei

Concilio degli Dei, Raffaello Sanzio, 1511 circa, Villa Farnesina, Roma

Il concilio degli dei è una delle scene mitologiche maggiormente rappresentate dagli artisti, specie in affresco in quanto era una specifica richiesta dei committenti. Quella che vi proponiamo è una delle opere maggiormente note, gli affreschi di Raffaello alla Villa Farnesina di Roma. Gli Dei vengono rappresentati nel momento in cui Venere presenta Eros (Amore) a Zeus.

Prometeo ruba il fuoco a Zeus

Prometeo ruba il fuoco, 1817, nell'interpretazione di Heinrich Friedrich Füger

Nel precedente racconto Zeus punì Prometeo sottraendo il fuoco agli uomini. Prometeo tuttavia, aiutato dalla dea Atena, penetrò di notte nell'Olimpo e accese una fiaccola dal Carro con cui veniva trasportato il Sole.  Quando Zeus lo venne a sapere decise di punire il Titano e gli uomini escogitando un piano diabolico: fece creare a Vulcano la donna più bella che uomini avessero mai visto, Pandora, e la mandò tra di loro con un vaso contenente tutti i mali dell'umanità. Nei prossimi episodi vedremo come andrà a finire.

Le sirene

Gara tra Sirene e Tritoni, Collier Twentyman Smithers, 1895

Sebbene spesso associate alla mitologia, le sirene sono creature fantastiche che traggono origine da altre figure mitologiche: i tritoni. Molti di voi penseranno subito al famoso "canto delle Sirene " di cui ci parla anche Omero nell'odissea, quando Ulisse per non farsi ingannare da queste splendide creature si fa legare all'albero maestro della nave, mentre ai suoi uomini dell'equipaggio ottura l eorecchie con della cera. Si narra infatti che le sirene attraevano con il loro canto i malcapitati che quindi si scontravano contro la scogliera colando a picco nel mare.

Allegoria del tempo

Tempo salva la verita' da invidia e falsita'. E' una delle allegorie piu' care agli artisti, soprattutto della corrente neoclassica.

Allegoria della pace e della guerra

Allegoria della pace e della guerra e' un dipinto di Pompeo Girolamo Batoni. Rappresenta l'eterna lotta tra il bene e il male.

Zeus e Hera

Zeus e Hera o Giove e Giunone per i romani sono le due figure mitologiche piu' importanti. Rispettivamente Re e Regina dell'Olimpo entrano in molti dei miti che vi abbiamo proposto e che vi proporremo in futuro. Zeus e' una figura benevola ma che, se necessario, sa infliggere pesanti punizioni (Prometeo ne sa qualcosa), Hera e' una moglie molto gelosa e spesso scarica la sua ira sulle fanciulle oggetto di attenzione da parte di Zeus.

lunedì 27 maggio 2013

Nettuno ed Amimone

Nettuno ed Amimone, André Van Loo, 1757, Louvre, Parigi

il mito: Amimone era una della 50 figlie del Re Danao. Questi giunto nella città di Lerna volle fare un sacrificio e incaricò la figlia di cercare dell'acqua. Mentre la fanciulla cercava l'acqua fu avvicinata da un satiro che cercò di abusare di lei. Amimone invocò Poseidone che intervenne scagliando il proprio tridente in direzione del Satiro ma non lo colpì. Il tridente si conficcò nella roccia.
Poseidone chiese ad Amimone di estrarlo e dalla roccia cominciò a sgorgare una fonte che da lei prese il nome. Questa è l'origine del fiume di Lerna. La storia tuttavia non finisce qui. Dall'unione tra Poseidone e Amimone nacque Nauplio.

Diana

Diana, Jules-Joseph Lefebvre, 1879

il mito: Diana, dea della caccia e protettrice delle donne è una delle dee più importanti della mitologia romana. Amava la solitudine e raramente partecipava ai banchetti degli dei anche se gli artisti spesso la rappresentarono comunque. Fece voto di castità però garantiva alle donne che si rivolgevano a lei parti sicuri e poco dolorosi. Viene spesso identificata con la dea greca Artemide.
Simboli: una mezza luna sulla fronte, l'arco e le frecce.

Achille e Chirone

L'educazione di Achille, Jean-Baptiste, Baron Regnault, 1782, Louvre, Parigi

il mito: Achille è uno dei proncipali eroi della guerra di Troia. Secondo il mito, la madre Teti lo immerse nello Stige per renderlo immortale ad eccezione del tallone che rimarrà il suo punto debole. Da bambino ebbe come precettore il centauro Chirone che gli insegnò l'arte di correre velocemente, di curare le ferite e soprattutto di tirare con l'arco.

Ercole e Onfale

Ercole e Onfale, Peter Paul Rubens, 1603, Museo del Louvre, Parigi

il mito: Ercole e Onfale è una scena riprodotta da moltissimi artisti. Ercole fu schiavo di Onfale e gli artisti tendevano a sottolineare questo aspetto, infatti quasi sempre è rappresentato in atteggiamneto di sottomissione alla regina della Lidia.

Ercole e Onfale

Ercole e Onfale, François Le Moyne, 1724, Parigi, Louvre

Onfale era la Regina della Lidia e Ercole per tre anni fu suo schiavo. La sottomissione di Ercole (o Eracle) è sottolineata dal fatto che egli fu obbligato a vestirsi da donna e umiliato a filare la lana, mentre Onfale si vestiva della pelle di Leone di Ercole.

Lo stesso soggetto venne rappresentato da Peter Paul Rubens (lo proporremo più avanti).

Medusa

Medusa, Caravaggio, 1596, Firenze, Uffizi

il mito: Medusa è una delle creature mitologiche più conosciute. Caravaggio la ritrae dopo che Perseo le ha tagliato la testa. Questo dipinto è uno dei più famosi relativamente a questa figura mitologica.

Ulisse e Polifemo

Gruppo scultoreo di Polifemo, databile al I secolo d.C. circa e conservato nel Museo archeologico nazionale di Sperlonga (provincia di Latina).

il mito: narra Omero nell'Odissea che Polifemo, figlio di Poseidone, era un Ciclope che abitava le terre della Sicilia. Ulisse, di ritorno dalla guerra di Troia, è incuriosito da queste creature e si reca nella grotta del più temibile dei ciclopi, Polifemo.
Lui e i suoi uomini vengono catturati ma egli escogiterà un piano per mettersi in salvo. Polifemo infatti inizia a divorare gli uomini e Ulisse riesce a fermarlo promettendogli che gli avrebbe fatto provare una bevanda straordinaria. Era il vino che Polifemo beve senza saziarsi e prima di crollare, ubriaco, si fa rivelare il nome da Ulisse che dice di chiamarsi "Nessuno".
Mentre Polifermo dorme Ulisse lo acceca con un bastone arroventato e quando i Ciclopi accorrono per le urla, Polifemo afferma "Nessuno sta cercando di uccidermi". I ciclopi se ne vanno e così Ulisse riesce a scappare dall'isola con gli uomini rimasti
.

Apollo e Dafne

Apollo and Daphne, John William Waterhouse, 1908 Collezione Privata

il mito: Apollo e Dafne è uno dei miti più conosciuti e forse affascinanti della mitologia greca. Apollo si pavoneggiava con Eros (Amore) di aver ucciso Pitone, un grosso serpente che infestava l'Olimpo e delle sue tante conquiste. Eros per vendicarsi decide di farlo innamorare della bellissima Dafne, figlia del dio fiume Peneo e di Gea (dea della Terra). Dafne però viene colpita da Eros con una freccia di piombo il che la porterà ad odiare Apollo. Un giorno mentre Dafne faceva il bagno vicino al fiume Peneo, Apollo la raggiunge e cerca a tutti i costi di conquistare il suo amore. Dafne fugge e disperata chiede aiuto alla madre Gea che pur di salvare la figlia la tramuta in un albero di Alloro.
Apollo ne fu talmente rattristato che da allora decise di portare per sempre una corona di Alloro.

Prometeo incatenato

Vulcano incatena Prometeo, Dirk Van Baburen, 1623, Rijksmuseum Amsterdam

Prometeo viene punito da Zeus per aver restituito il fuoco agli uomini ignorando il suo volere. Zeus incarica Vulcano (Efesto) di incatenarlo sulla cima di una rupe dove ogni giorno un Aquila (simbolo di Zeus) sarebbe venuta a divorargli il fegato. Questo dipinto di Baburen coglie il momento in cui Vulcano incatena Prometeo. Solitamente viene rappresentato il momento in cui l'Aquila ne mangia il fegato (nei prossimi appuntamenti vedremo un esempio).

Prometeo modella l'uomo dal fango

Prometeo modella l'uomo dal fango, Pompeo Girolamo Batoni, prima meta' del XVIII secolo
Il mito: Prometeo era un titano che si era schierato con Zeus nella battaglia contro il padre Crono. Come premio ottenne libero accesso all'Olimpo e inoltre Zeus gli diede l'incarico di forgiare l'uomo che Prometeo creo' dal fango e animo' con il fuoco divino. Grazie ad Atena dono' agli uomini l'intelligenza e la memoria.
Zeus disapprovava questa benevolenza. Gli uomini erano ancora ammessi al cospetto degli dei e durante un banchetto al momento di spartire un bue sacrificato, Prometeo riservo' le parti migliori agli uomini e le ossa agli dei. Zeus si infurio' e tolse il fuoco agli uomini.

domenica 26 maggio 2013

Venere e Adone

Venere e Adone, Tiziano Vecellio, 1553, Museo del Prado, Madrid

il mito: è uno dei miti più rappresentati dagli artisti. Adone è il figlio nato dall'unione incestuosa tra il Re di Cipro, cinira e la figlia Mirra. Amore colpisce per errore la dea Venere con una sua freccia e questa si innamora perdutamente di Adone. Famoso per essere un ottimo cacciatore, Adone non ascolta gli avvertimneti di Venere di stare alla larga dalle bestie feroci. Un giorno, mentre caccia, viene ferito a morte da un cinghiale. Udendo i lamenti dell'amato, la dea accorse ma era troppo tardi.

nel punto in cui Adone morì, dal suo sangue nacque dei bellissimi fiori: le Anemoni.

Vulcano

" Vulcano fabbrica le frecce ad Amore ", Alessandro Tiarini: 1620 – c. 1625 

il mito: Vulcano (Efesto) era figlio di Giove e Giunone, ovvero Zeus ed Hera, nonchè sposo di Venere.
E' il responsabile della fabbricazione delle armi degli dei e la sua fucina viene collocato in posti differenti: da alcuni sotto l'Etna, da altri a Lipari nelle isole eolie. Viene spesso associato al fuoco.
Molto rappresentato dagli artisti è anche il tradimento di Venere con Marte ed in particolare il momento in cui Vulcano li sorprende.



Zeus sconfigge i Titani

Zeus sconfigge i Titani, Charles Lamy, Prima metà del XVIII secolo, Parigi, Louvre

I Titani erano figli di Urano e Gea che governavano il mondo prima degli Dei. Crono decise di ribellarsi al padre e uccidendolo divenne il nuvo Re del creato. La stessa sorte toccò però a  lui, quando il figlio Zeus decise di ribellarsi. Una parte dei Titani si schierò con Zeus, l'altra col padre Crono. Dopo una lunga battaglia Zeus ebbe la meglio e con la folgore fulminò i Titani che avevano sostenuto il padre Crono.

Atlante

"Atlante", Francesco Barbieri detto il Guercino, 1646 - Firenze

Le origini di Atlante non sono molto chiare. Secondo alcuni era un titano, figlio di Giapeto e di Climene, secondo altri era figlio di Zeus secondo altri ancora figlio di Poseidone.
Ciò che è sicuro è la punizione che gli inflisse Zeus per per essersi alleato col padre di Zeus, Crono, che guidò la rivolta dei Titani contro gli dei dell'Olimpo.

Zeus infatti lo condannò a reggere sulle sue spalle la volta celeste.

Leda

"Leda", Léon Riesener, 1840, Musée des Beaux-Arts de Rouen 

Quello di Leda è un soggetto mitologico rappresentato da diversi artisti nel corso dei secoli (famoso quello di Leonardo andato perduto e giunto fino a noi grazie alle numerose copie).

Il mito: secondo gli antichi greci Leda era una ragazza molto bella e il padre degli Dei, Zeus, innamoratosi di lei, pur di averla assunse le sembianze di un Cigno. Dalla loro unione Leda concepì i Dioscuri, ovvero "figli di Zeus" (Castore e Polluce) e nientedimeno che Elena la leggendaria (?) regina di Troia, la cui bellezza getterà il seme per una delle più grandi battaglie raccontate, La guerra di Troia.

Eros ruba la folgore a Zeus

"Eros ruba la folgore a Zeus", Eustache La Sueur

Eustache Le Sueur (Parigi, 19 novembre 1616 – Parigi, 30 aprile 1655) fu un pittore francese, allievo di Simon Vouet che in Italia fu considerato uno dei maggiori esponenti del Caravaggismo.

La Sueur col tempo si distaccherà dal maestro orientandosi verso uno stile più classico come si vede da quest'opera.


il mito: Eros viene spesso descritto come un dio dispettoso e una delle sue bravate è quella di aver rubato la folgore a Zeus. Ci vorrà l'intervento di Venere per evitargli una tremenda punizione.

Venere allo specchio

"Venere allo specchio", Diego Velazquez, 1648, National Gallery di Londra

il mito: Venere è la dea della bellezza e tutti i racconti di mitologia greca ci parlano di una donna che amava a tal punto i suo corpo da specchiarsi continuamente. Ricordiamo anche che era la madre di Eros (Amore per i romani) che fu accolto tra gli dei da Zeus che gli diede il compito di decidere le vicende amorose degli esseri umani.

Disputa tra Minerva e Nettuno

Dispute de Minerve et de Neptune, (1748), Louvre, Parigi
Tra Poseidone e Atena si accese una disputa per il possesso dell'Attica. I due dei si sfidarono a colpi di regali graditi al popolo. Poseidone scagliò il suo tridente nell'Acropoli di Atene, dove subito si aprì un pozzo d'acqua marina che ancora si vede. Atena piantò un olivo accanto al pozzo. Questo dono fu molto gradito dagli ateniesi che scatenarono così lìira di Poseidone.

Questi, furibondo, la sfidò a duello, e Atena avrebbe accettato se Zeus non si fosse interposto nella disputa ordinando che i due dèi si rimettessero al suo giudizio. Poseidone e Atena si presentarono dunque al tribunale divino, composto da tutte le divinità olimpiche. Zeus non espresse il proprio parere, ma mentre tutti gli dèi appoggiavano le pretese di Poseidone, tutte le dee si schierarono a favore di Atena. E così, per un voto di maggioranza, Atena ottenne di governare sull'Attica, poiché aveva fatto a quella terra il dono migliore, quello dell'ulivo.

Bacco (Dioniso)


"Bacco", Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, 1596-97, Galleria degli Uffizi, Firenze

il mito: Bacco (o Dioniso) è frutto dell'unione tra Giove (Zeus) e Semele. Semele pagò con la vita il tradimento fatto da Giove alla moglie Giunone (Hera). La vendetta di quest'ultima non finì però qui. Zeus per evitare che la vendetta ricada anche sul figlio lo affida alla sorella di Semele, Ino. Anche Ino però sarà vittima dell'ira di giunone.

Sarà il saggio Sileno, a prendersi cura di Bacco, infatti spesso viene rappresentato mentre lo porta in braccio ancora fanciullo (spesso nella scultura).


sabato 25 maggio 2013

Zeus e Semele

"Zeus e Semele", Sebastiano Ricci, 1695-1704, Galleria degli Uffizi, Firenze

il mito: quello di Zeus e Semele è un mito poco conosciuto ma molto importante e vedremo adesso perchè.

Semele è una ragazza bellissima e ovviamente Zeus non può lasciarsela scappare. Intreccia con lei una relazione amorosa senza far però sapere la sua vera identità.

Hera (Giunone) moglie di Zeus (Giove), viene a conoscenza del tradimento e per vendicarsi invita Semele a convincere Zeus a rivelarsi a lei nella sua natura divina. Così durante un loro incontro Semele si fa promettere da Zeus che avrebbe esaurito ogni sua richiesta, qualsiasi fosse stata. Zeus acconsente e la ragazza gli chiede di mostrarsi a lui nella sua vera natura.

Zeus, suo malgrado, rispetta la parola data pur consapevole delle conseguenze. Infatti a causa della folgore che porta con se Semele viene polverizzata all'istante.

La storia, suo malgrado, ha un lieto fine. Il frutto della loro unione viene infatti salvato e nascosto da Zeus nella sua coscia per completare la gestazione. Il piccolo nato sarà Dioniso (o Bacco), Dio del vino, una figura mitologica molto importante che approfondiremo nei prossimi episodi.


Giove e Io


"Giove e Io", Correggio 1532-33, Kunsthistorisches Museum di Vienna.

il mito: Io, sacerdotessa di Era, fu una delle innumerevoli conquiste di Giove (Zeus per i greci). Per non farsi scoprire dalla moglie Era, Giove assunse le sembianze di una nube e si unì a Io.

Tuttavia Era riuscì a scoprire il tradimento e per punizione trasformò Io in una giovenca e la fece portare presso Nemea. Ermes (Mercurio), incaricato da Giove, liberò la ragazza, ma Era, non contenta, mandò quindi un tafano a pungere Io che si mise a correre per tutto il mondo allora conosciuto.

Arrivata al braccio di mare tra Europa e Asia, attraversò a nuoto lo stretto, che così prese il nome di Bosforo (dalla parola greca d'origine che significa "passaggio della giovenca").

Giunse in Egitto, dove partorì il figlio di Giove, Epafo, riacquistando le fattezze umane.

Io viene spesso raffigurata come una giovane donna con in testa le corna della vacca. Per questo fu identificata con Iside


Danae

"Danae", Tiziano Vecellio, 1545, Museo di Capodimonte . Napoli

il dipinto narra del concepimento di Danae, figlia del re di Argo Acrisio. Acrisio era preoccupato per la sua discendenza e pregò l'oracolo perchè Danae rimanesse incinta.

Così Zeus andò da lei sotto forma di pioggia d'oro e la mise incinta. Dalla loro unione nacque Perseo, l'eroe che sconfiggerà il mostro Medusa.

Hera e Zeus

"Hera e Zeus" (o Giunone e Giove secondo i romani), Antoine Coypel (1661-1722)

I Greci immaginavano gli Dei attribuendo loro tutti i vizi degli uomini. Zeus, il padre degli Dei e degli uomini ne era un esempio. Malgrado fosse innamorato della moglie Hera, (Giunone per i romani) non si faceva mancare nessuna scappatella con le più belle ragazze della terra generando così semidei sparsi un po ovunque sotto l'Olimpo (vedi il caso di Perseo nato dalla unione del Dio con Danae, moglie del Re di Argo, Acrisio).

Atalanta e Ippomene

"Atalanta e Ippomene", Guido Reni, 1620 circa, Museo di Capodimonte, Napoli

il mito: Atalanta, figlia del Re dell'Arcadia Lasio e di Climene, fu da questo abbandonata in quanto desiderava un maschio. Fu allevata da un'orsa e crebbe diventando un'esperta cacciatrice. Quando la sua fama arrivò ovunque il padre la riconobbe e bandì una gara per darla in moglie a chi l'avesse battuta in una gara di velocità. La prova era ardua in quanto pena per la sconfitta era la morte.

Alla gara partecipò il giovane Ippomene, perdutamente innamorato di Atalanta. Egli chiese aiuto ad Afrodite che escogitò un piano arguto: diede a Ippomene tre mele d'oro provenienti dal giardino degli dei e gli disse di seminarli durante la gara.

Il piano funzionò, Atalanta attratta dalle mele si fermò ogni volta a raccoglierle perdendo così terreno e infine la gara.

La loro unione non durò però a lungo. La stessa Afrodite avendoli sorpresi ad amarsi in un tempio non dedicato a lei li trasformò in due leoni.

Ulisse e le Sirene

"Ulisse e le Sirene"

Artista: Herbert James Draper (1863 - 1920)
Stile: Classicismo
Anno: 1909)
Tecnica: Olio su tela
Luogo: Kingston-Upon-Hull, Ferens Art Gallery
Dimesnioni: 213 x 177 cm

il mito: il dolce canto delle Sirene che attirava i navigatori verso le coste greche era un canto mortale. Le navi infatti si infrangevano spesso contro gli scogli colando a picco sul fondo con tutto l'equipaggio. Altre volte gli uomini abbandonavano le funi e il timone, ed ascoltavano il loro canto. Le Kere, spaventose dee della morte, venivano a prendere i loro corpi esanimi.

Ulisse per non cadere nell'inganno si fece legare all'albero maestro della nave dopo aver otturato con la cera le orecchie dei propri uomini. Riuscirono così a salvarsi dal canto delle sirene.

Nascita di Venere

"Nascita di Venere", Alexandre Cabanel, 1863, conservato al Musée d'Orsay di Parigi.

note sull'artista: Cabanel fu uno dei più grandi pittori francesi della seconda metà dell'Ottocento. Quest'opera fu acquistata da Napoleone III, era stata presentata al Salon di Parigi.

il mito: la nascita di Venere è precedente all'epoca degli Dei. Il mondo era governato da Urano e Gea due divinità primordiali. I Loro primi figli furono alcune creature mostruose e i Ciclopi.
Urano per paura di essere spodestato dai Ciclopi li gettò nel tartaro ovvero nelle viscere della Terra. A questo punto vennero i Titani di cui il più famoso sarà Crono. Egli infatti spinto dalla madre che gli consegnerà una falce da lei fabbricata si ribellerà al padre Urano eviderandolo e gettando i suoi genitali nell'oceano. Dalla schiuma formatasi nacque Venere che emerse in prossimità dell'isola di Cipro trasportata dalle acque sopra una conchiglia con l'aiuto del soffio di Zefiro.

Il luogo del mito sarebbe l'antica città di Messina (Zancle in greco che significa appunto Falce) con il suo caratteristico porto naturale a forma di Falce.

Il ratto di Proserpina

"Il ratto di Proserpina", Alessandro Turchi (Verona, 1578 – Roma, 22 gennaio 1649), datazione dell'opera sconosciuta, Collezione Privata

Alessandro Turchi fu un pittore molto apprezzato in vita. Fu chiamato l' "Orbetto", in quanto da ragazzino accompagnava il padre ovunque (rimasto cieco a causa di un incidente sul lavoro).

il mito: Proserpina (Persefone per i romani) era figlia di Cerere.
Il Dio degli inferi Ade (Plutone) innamoratosì di lei la rapì nei pressi del lago Pergusa a Enna (Sicilia) con il suo carro trainato da quattro cavalli neri, mentre la ragazza faceva il bagno con altre ninfe. La portò agli inferi e la sposò.

Cerere, che era dea della fertilità e quindi protettrice dei raccolti non riusciva a vivere senza la figlia. La terra attraversò un grave periodo di siccità e scarsità dei raccolti.

Zeus (Giove) allora, pregato dalla Dea, cercò di intercedere presso il fratello Ade e ottenne che Proserpina potesse passare sei mesi dell'anno con la madre e i restanti sei negli inferi.

Questo mito spiega l'alternanza delle stagioni. La primavera simboleggia il tempo in cui Proserpina torna dalla madre Cerere.

Un altro dipinto molto bello sul tema è quello di Luca Giordano, pittore del 600 campano eseguito in uno stile lontano dal suo avvicinamento a Caravaggio (consiglio di darci un'occhiata).

Amore e Psiche

"Amore e Psiche", Antonio Canova, 1788-1793, conservato al Louvre di Parigi.

il mito: Psiche era fanciulla talmente bella che i suoi concittadini la chiamavano Venere facendo ingelosire la Dea che per punire la ragazza inviò il figlio Eros (Amore) per farla innamorare dell'uomo più brutto della terra. Tuttavia Eros per errore colpisce con la freccia il proprio piede innamorandosi all'istante di Psiche.

Purtroppo una mortale e un Dio non possono stare insieme, è la legge degli Dei. Amore e Psiche possono vedersi solo di notte, e ciò avviene per innumerevoli notti. Fino a quando Psiche, istigata dalle sorelle, mentre Amore dorme armata di lampada ad Olio illumina il suo amante scoprendo così la sua natura divina. Eros tradito nella fiducia fugge via spiegando le sue ali.

Psiche andrà alla ricerca disperata del proprio amante senza riuscire a trovarlo e alla fine chiede aiuto alla stessa Venere che la sottopone a diverse prove superando le quali potrà divenire anche lei immortale e quindi vivere tra gli Dei. Le prove sono tuttavia quasi impossibili da superare (l'ultima comporta addirittura la discesa agli inferi per chiedere a Proserpina, sposa di Ade, un po della sua bellezza e portarla a Venere).

Psiche pensa di rinunciare e togliersi la vita.

Alla fine interviene Zeus, mosso da compassione, che trasforma Psiche in una Dea e la fa riunificare ad Eros. La vicenda si conclude con un banchetto a cui partecipano tutti gli Dei che è stato più volte dipinto da molti artisti.

Perseo con la testa di Medusa


"Perseo con la testa di Medusa", Benvenuto Cellini 1545-1554, Firenze, Piazza della Signoria

il mito: molti conoscono Medusa come una creatura orrenda della mitologia greca che trasformava in pietra chiunque la guardasse negli occhi. Pochi però conoscono le origini del mito.

Medusa era una ragazza molto attraente, fiera della sua folta capigliatura che nascondeva dietro un'egida della Dea Atena.

Secondo il mito, il dio Peseidone (Nettuno per i romani), innamoratosi di Medusa si trasforma in Aquila marina e la rapisce, facendola sua in un Tempio dedicato alla dea Atena.

La punizione della Dea è terribile. I capelli di Medusa vengono trasformati in serpenti, i suoi denti in zanne e inoltre sarà condannata a trasformare in pietra chiunque riesca a guardarla negli occhi. Sarà condannata a vivere in solitudine dentro una caverna trasformando in pietra tutti i malcapitati o giovani eroi che ambivano ad ucciderla.

Solo un Eroe tuttavia, Perseo, figlio di Zeus e Danae (ricordate il mito già proposto?) riuscirà a uccidere Medusa grazie ad uno scudo a specchio regalatogli da Atena.

Perseo consegna la testa di Medusa ad Atena che da quel momento la pone al centro della sua egida dandogli potere di pietrificare all'istante.

Secondo un'altra versione del mito, Perseo seppellisce la testa di Medusa ad Argo. Perseo avrebbe utilizzato la testa di Medusa per pietrificare un orribile mostro marino mandato da Poseidone e distruggere la città di Argo (il cui Re e Regina avevano sfidato gli Dei dichiarando finita la loro era).

Orfeo e Euridice


"Orfeo e Euridice", Antonio Canova, datato al 1775 - 1776 e custodito nel Salone da ballo del Museo Correr a Venezia.

il mito: quello di Orfeo ed Euridice è uno dei miti più famosi e più tristi della mitologia greca. Orfeo è l'amante dell'Arte per eccellenza e di essa incarna i valori eterni. Il più esperto suonatore di Lira e abile nel canto era figlio (o pupillo) di Apollo.

Ci è noto però soprattutto per la tragica storia con l'amata e moglie Euridice. Questa, corteggiata da uno dei figli di Apollo, Aristeo, mentre tenta di scappare mette il piede su un serpente che la morde e muore a causa del veleno.

Orfeo che amava perdutamente Euridice non riesce a darsi pace, decide allora di scendere negli inferi e chiedere ad Ade e Persefone di restituirgli Euridice.

L'impresa non è semplice. Con la sua musica riesca ad incantare prima Caronte che lo traghetta, poi Cerbero, il cane a tre teste guardiano degli inferi. Dopo diverse prove giunse al cospetto di Ade e Persefone e con la sua musica e il suo canto riuscì a commuovere quest'ultima facendole ricordare la sua vita prima che Ade la rapisse nei pressi del lago di Pergusa (Enna), costringendola a sposarlo.

Orfeo ottiene che Euridice torni con lui tra i vivi ma per poter realizzare il suo sogno non dovrà mai voltarsi indietro prima di uscire dagli inferi. Tuttavia, giunta alla soglia di tale regno e credendo ormai di esserne fuori, Orfeo, non riuscendo più resistere alla tentazione di rivedere Euridice, si volta vedendola così scomparire per sempre tra le tenebre.

La delusione è atroce, Orfeo decide di non voler amare più nessuna donna, ma tuttavia molte donne di Tracia ambiscono ad averlo e vedendosi respinte decidono di farlo a pezzi e gettare la sua testa e la lira nel fiume Ebro. Il mito vuole che la testa cada proprio sulla lira e che continui a cantare trasportata dalle acque fino all'isola di Lesbo. Zeus, toccato da questa triste storia, prende la lira e la mette in cielo formando la famosa costellazione.

Polifemo spia Aci e Galatea

"Polifemo spia Aci e Galatea", Auguste Ottin, 1866, Giardini di Lussemburgo, Parigi

il mito: la Sicilia, come si sa, è il palcoscenico di molti miti greci e tra questi la costa ionica dei Faraglioni di Acitrezza è luogo del mito di Polifemo e Galatea.

A quel tempo la Sicilia era abitata da ciclopi, ninfe, fauni, altre creature mitologiche e gli uomini.

Aci, un pastorello, si innamora perdutamente della ninfa (creatura marina) Galatea che però era amata anche dal ciclope Polifemo. Questo geloso del loro amore scaglia un masso contro Aci, uccidendolo.

Zeus, impietositosi per lo strazio di Galatea decise di trasformare il sangue di Aci che scorreva sotto l'enorme masso in un fiume che scorreva fino al mare ricongiungendosi così all'amata Galatea.

Questo mito è ricordato ancora oggi nelle località di Acitrezza, Acicastello, Acireale.

Bacco e Arianna

"Bacco e Arianna", Pompeo Girolamo Batoni, 1773 circa

il mito: il mito di Arianna è noto soprattutto per il modo in cui salvò l'amato Teseo, giunto a Creta per uccidere il minotauro e del quale si innamorò subito. Arianna diede a Teseo un gomitolo di Lana che avrebbe poi utilizzato per tracciare la strada percorsa all'interno del labirinto del minotauro e poterne uscire facilmente.

Pochi però sanno l'epilogo della storia. Teseo non portò via con se Arianna, bensì la fece addormentare e la abbandonò sulla spiaggia di Naxos ripartendo con la sua nave.

Al risveglio Arianna era disperata e delusa ecco giungere il Carro trionfale di Bacco. Bacco (o Dioniso) era il Dio del Vino e dell'abbandonza. Spesso è rappresentato in cortei trionfanti di Ninfe, fauni e il carro trainato da leopardi/pantere.

Alla vista di Arianna, Bacco si innamora subito di lei, salta giù dal carro e la raggiunge. La sposò e la portò via con se.

Per le nozze, Dioniso fece dono ad Arianna di un diadema d'oro creato da Efesto che, lanciato in cielo, andò a formare la costellazione della Corona Boreale.