lunedì 29 luglio 2013

La vendetta di Ulisse


dipinto: Il massacro dei pretendenti da parte di Ulisse e Telemaco, Christophe Thomas Degeorge, 1812

il mito: i pretendenti al trono di Itaca erano ormai stufi di attendere la decisione di Penelope e stavano per arrivare alle maniere forti, quando, grazie al suggerimento di Ulisse nelle vesti del vecchio mendicante, Penelope bandisce una gara: solo chi riuscirà a tendere l'arco del marito e far passare la freccia attaverso 12 annelli disposti in fila avrà la sua mano e quindi il trono di Itaca. Grazie all'aiuto di Atena nessuno dei principi riesce a tendere l'arco e scoccare la freccia, finchè il più giovane dei principi, Antinoo, chiede di rinviare la gara al giorno dopo attribuendo agli eccessi dei recenti banchetti la sconfitta. A questo punto il vecchio mendicante (Odisseo) chiede di poter partecipare e non reputandolo all'altezza alla fine gli viene consentito il tiro. Ulisse scocca la freccia facendola passare attraverso i 12 anelli dopodichè ordina a Telemaco e ai suoi servi di sbarrare le porte del cortile interno. Atena gli restituisce le sue sembianze e Ulisse dice ai principi che lì avrebbero trovato la morte per sua mano, per essersi permessi di profanare la sua casa e la sua famiglia senza alcun ritegno e timore degli dei. Sarà una carneficina. Solo un povero cantore verrà risparmiato, unico testiome dei fatti: Omero che scriverà poi l'Odissea.

domenica 28 luglio 2013

Ritorno ad Itaca

dipinto: Ulisse riconosciuto dalla sua nutrice, Jean-Froncois Lagrenee

il mito: riuscito finalmente a rientrare in patria, Ulisse viene a sapere che i principi della Grecia sono in attesa di una decisione della moglie Penelope che secondo loro avrebbe dovuto scegliere il successore al trono di Itaca. Riabbracciato il figlio Telemaco e con l'aiuto di Atena che lo trasforma in un vecchio mendicante Ulisse riesce ad entrare nella sua dimora per rivedere Penelope e organizzare la sua vendetta. Viene tuttavia riconosciuto dalla sua nutriche e Ulisse fa appena in tempo ad impedirle di rivelare la sua identità. Assieme al figlio Telemaco progetterranno il loro piano di vendetta che vedremo nei prossimi post.

sabato 27 luglio 2013

Ulisse e Circe

dipinto: Ulisse e Circe, Hubert Maurer, 1785

il mito: l'odissea narra le vicende di Odisseo, ovvero Ulisse e dei suoi uomini che, lasciata la città di Troia dopo averla conquistata, devono rientrare ad Itaca. Tra le tante avventure che affronteranno quella dell'isola di Circe è senza dubbio una delle più note. Circe vive nell'isola di Eea. E' figlia di Eolo e sorella di Pasifae (moglie del re Minosse). Circe ha il brutto vizio di trasformare gli uomini in animali in base alla loro indole e la stessa sorte viene riservata agli uomini di Ulisse. Grazie all'aiuto di Ermes (Mercurio), Ulisse beve una pozione che lo rende immune agli incantesimi di Circe e riesce ad avvicinarsi a lei a tal punto da costringela con la forza a ridare ai suoi uomini il loro aspetto umano. Tuttavia Circe, innamoratasi di Ulisse lo convince a rimanere sull'isola con lei. Trascorreranno insieme un anno e avranno un figlio, Telegono. Solo a causa dell'insistenza dei suoi uomini che vogliono rientrare a casa, Ulisse riprende il viaggio verso Itaca.

mercoledì 24 luglio 2013

Morte di Achille

dipinto: Morte di Achille, G. Hamilton, olio su tela, 1785

il mito: dopo Ettore anche l'altro grande protagonista della guerra di Troia trovò la morte, anche se dopo aver conquistao la città. Fu il fratello di Ettore, Paride, colui che aveva rapito la regina di Sparta, Elena, dopo il famoso "giudizio di Paride" visto nel precedente post in cui egli accettò le promesse della dea Afrodite che lo aveva convinto che Elena si sarebbe innamorata di lui. Sebbene Paride ci venga descritto come un codardo in battaglia ebbe il merito di privare l'esercito nemico del più forte dei suoi uomini: Achille. Achille era immortale, è vero, ma aveva un unico punto debole, il tallone che era rimasto asciutto quando la madre Teti lo immerse nel fiume Stige per renderlo invulnerabile. Paride lo colpì quindi nell'unico punto mortale.

lunedì 15 luglio 2013

Ulisse e le sirene


dipinto: "Ulysses and the sirens", Leon-Auguste-Adolphe Belly, XIX secolo

il mito: conquistata la città di Troia i greci ripartono per la propria patria. Il viaggio più famoso che ha dato origine ad un capolavoro della letteratura, l'Odissea, è quello di Ulisse e i suoi uomini. In greco il nome di Ulisse era Odisseo e di qui il nome dato al poema omerico. Il viaggio di ritorno verso la patria Itaca sarà lungo e pieno di insidie. Molti uomini di Ulisse perderanno la vita. Avrà alcuni dei a favore, altri contro come Poseidone che, dopo l'accecamento del figlio Polifemo da parte di Ulisse sull'isola dei Ciclopi (Sicilia), farà di tutto per impedire il suo ritorno a Itaca dove la moglie Penelope e il figlio Telemaco lo attendono mentre giovani principi provenienti da ogni parte della grecia si contendono già il trono vuoto dell'isola. In questo dipinto è rappresentato l'incontro con le sirene, creature mitologiche che attiravano le imbarcazioni con il loro canto per poi farle naufragare contro gli scogli. Ulisse ottura le orecchie dei prorpio uomini con la cera e poi si fa da questi legare all'albero della nave/zattera. Potrà ascoltare il canto delle sirene ma non potrà comandare la nave per virare verso la loro isola. Secondo il mito l'isola delle Sirene si troverebbe nelle coste dell'Italia meridionale in luogo tuttavia non identificato.

venerdì 12 luglio 2013

Dioniso e il satiro Sileno

scultura: Sileno e Dioniso, copia romana da originale greco perduto

il mito: Dioniso è il dio greco del vino che fu poi chiamato Bacco dai romani. Il nome greco Dioniso vuol dire "giovane figlio di Zeus" e infatti Dioniso nacque dall'unione tra Zeus e la bella Semele. Era, venuta a conoscenza della relazione segreta tra i due, assunse le sembianze di una vecchia e consigliò Semele di chiedere a Zeus di mostrarsi nella sua vera natura. Semele credette alla vecchia e insistette a tal punto che Zeus, adirato, mostrò la sua folgore che incenerì all'istante Semele. Anche questa volta Era aveva avuto la sua vendetta ma Zeus volle salvare il frutto della sua relazione, Dioniso. Lo affidò al satiro Sileno che viveva nei boschi e fu per lui maestro di vita.

giovedì 11 luglio 2013

Leonida alle Termopili

Miti ed Eroi: Leonida alle Termopili, Jacques Luis David, 1814, Louvre

Leonida fu re di Sparta famoso per essersi sacrificato assieme ai suoi uomini, 300 guerrieri, per difendere dai persiani il passaggio delle Termopili. Siamo nel 480 a.C. I persiani guidati dal re Serse erano 4 milioni mentre le citta stato greche discutevano ancora su come controbattere la minaccia. A Leonida e i suoi uomini toccò il compito di rallentare la marcia dei ppersiani in attesa che i greci avessero radunato un esercito sufficiente e una flotta navale per contrastare quella persiana. Solo a causa di un tradimento il piccolo contingente spartano capitolò sotto i colpi persiani. Leonide e i suoi uomini sono tutt'oggi ricordati con un monumento che si trova nel posto esatto dove avvenne la battaglia.

mercoledì 10 luglio 2013

Pigmalione e Galatea

dipinto: Pigmalione e Galatea, Ernest Normand, 1881

il mito: nelle Metamorfosi, Ovidio, ci racconta questo bellissimo mito. Pigmalione era un giovane scultore che si era innamorato di una scultura di donna da lui stesso realizzata con una grandissima perfezione. Pigmalione non riusciva a staccarsi dalla sua creatura, dormiva accanto ad essa sperando che un giorno si animasse. Così decise di recarsi nel Tempio di Afrodite in occasione delle festività dedicate alla dea. La pregò di trasformare la sua statua in una vera donna in modo da poterla prendere in moglie. Afrodite (Venere) acconsentì. Rientrato a casa, Pigmalione vide la statua animardi pian piano e iniziare a respirare. Si sposarono ed ebbero un figlio: Pafo che oggi è il nome di una importante città di Cipro. Altre versioni del mito vogliono che Pigmalione fosse re di Cipro.

martedì 9 luglio 2013

La morte di Priamo

dipinto: la morte di Priamo Jule Joseph Lefebvre, 1861

il mito: la morte di Priamo non viene descritta nei poemi omerici. La conosciamo grazie a Virgilio che ce la racconta nel secondo canto dell'Eneide. Quando i greci penetrarono entro le mura di Troia grazie allo stratagemma del Cavallo fu vera e propria strage, non risparmiarono nessuno. Sebbene Priamo fosse ormai vecchio era pronto a gettarsi nella mischia e difendere la sua città e la sua famiglia fino alla morte. Lo trattenne la moglie Ecuba che lo convinse a nascondersi dietro l'altare di Zeus. Da qui Priamo assistette alla morte del figlio Polite, ucciso senza pietà da Pirro Neottolemo mentre scappava lungo i gradini dell'alare. Il re di Troia non si trattenne, uscì allo scoperto e lanciò la sua lancia verso Pirro cona la forza che gli rimaneva. Lo mancò purtroppo e Pirro gli riservò la stessa sorte del figlio senza riguardo per la figura che aveva davanti: il grande Priamo, re di Troia.

lunedì 8 luglio 2013

Il mito di Antigone - parte 2

dipinto: Antigone condannata a morte da Creonte, Diotti Giuseppe, 1846

il mito: dopo essere stata sorpresa nel tentativo di seppellire il fratello Polinice, Antigone fu arrestata e condannata a morte dal re di tebe nonchè zio, Creonte. Creonte decise di rinchiuderla in una grotta fuori le mura dove avrebbe vissuto fino alla morte. Nel frattempo l'indovino Tiresia cercò di avvisare il re che il suo comportamento sarebbe stato causa di sventure per Tebe e il mancato seppellimento di Polinice era la causa della recente pestilenza che si era abbattuta sulla città. Creonte decise così di dare degna sepoltura a Polinice e liberare Antigone. Saputa la notizia, Emone figlio di reonte e follemente innamorato di Antigone corse alla grotta per liberarla ma Antigone, che non sopportava l'idea di dover vivere rinchiusa nella grotta, si era già tolta la vita. Emone furioso corse dal padre per vendicare l'amata ma non riuscendoci anch'egli si tolse la vita con la propria spada. La stessa sorte toccò alla moglie di Creonte, Euridice, che saputo della morte del figlio non volle continuare a vivere accanto al marito. Si realizzò così la profezia dell'indovino Tiresia. Creonte, disperato e senza più nessuno dei suoi cari chiese agli dei di porre fine alla sua vita.

domenica 7 luglio 2013

Il mito di Antigone - parte 1


dipinto: Antigone cerca di seppellire Polynice. 1825. Sebastian Louis Guillaume Norblin

il mito: se ricordate le vicende del re Edipo ricorderete che questi aveva 4 figli: Eteocle e Polinice che gli voltarono le spalle quando Edipo scoprì di aver ucciso il proprio padre, Laio, e poi c'erano due figlie femmine, Antigone e Ismene. Ricorderete anche che Edipo prima di lasciare Tebe accompagnato dagli insulti dei tebani e dei propri figli maschi, lanciò su questi una maledizione: sarebbero morti l'uno per mano dell'altro. Bene, erano passati diversi anni, Edipo era morto a Colono e Antigone che lo aveva accompagnato negli ultimi giorni di vita era rientrata a Tebe. Eteocle e Polinice per cercare di sfuggire alla maledizione si misero d'accordo per regnare ad anni alterni e quando regnava l'uno l'altro doveva andare in esilio. Il primo anno toccò a Eteocle che tuttavia assaporato il potere non mantenne il patto fatto e non fece rientrare in patria il fratello Polinice. Polinice si recò ad Argo dove cercò l'aiuto di Adrasto per radunare un esercito contro Tebe (il mito dei "sette contro Tebe" che vedremo più avanti). Lo scontro fu catastrofico, morirono quasi tutti gli uomini della spedizione e nell'ultimo scontro gli stessi Eteocle e Polinice si tolsero la vita a vicenda. Sul trono di tebe tornò Creonte il quale sancì che il corpo di Eteocle avrebbe avuto gli onori funebri mentre il corpo di Polinice sarebbe stato lasciato fuori dalle mura di Tebe alle intemperie e alle belve selvagge. Antigone disubbidì alla legge, cercando di dare degna sepoltura al fratello, ma venne arrestata da alcune guardie e processata secondo la legge di Tebe. Creonte, sebbene Antigone fosse sua nipote stabilì che doveva pagare con la morte per dare l'esempio. Il consiglio degli anziani di Tebe inizialmente si pronunciò contrario alla sentenza ma a seguito delle pressioni del re diede il consenso. Antigone fu rinchiusa in una grotta dove nessuno poteva andare a trovarla.

Continua...

sabato 6 luglio 2013

Priamo supplica Achille la restituzione del corpo di Ettore

scultura: Priamo supplica Achille per la restituzione del corpo di Ettore 1815, Thorvaldsen, Bertel , Accademia di San Luca

il mito: il re Priamo si recò segretamente da Achille per chiedere la restituzione del corpo del proprio figlio per dargli le giuste onoranze funebri che allora era molto sentite. Si riteneva infatti che l'anima di un un uomo che non avesse ricevuto le spettanti onoranze non avrebbe mai trovato la pace.

venerdì 5 luglio 2013

Achille e il suo trofeo

il mito: Ettore, colpito da Achille nell'unico punto non protetto, ovvero tra il collo e la spalla era in punto di morte ma fece in tempo a presagire al rivale che di li a poco anche lui avrebbe fatto la stessa fine. Achille ancora più furioso forò i piedi di Ettore e lo legò al suo carro trascinandolo via con se. Il re Priamo e la moglie scorgendo la scena dalle mura di Troia scopiarono in lacrime e loro urla giunsero alle orecchie di Andromaca e del figlio Astianatte. andromaca comprese che il marito aveva perso il duello e che presto la stessa sorte sarebbe toccata a loro.

giovedì 4 luglio 2013

Personaggi mitologici: Asclepio ( o Esculapio in latino)

dipinto: Esculapio, Giorgio De Chirico, 1950 circa

il mito: Asclepio nella mitologia greca è il dio della medicina. Nato dall'unione tra Apollo e Coronide. Coronide era una fanciulla della quale Apollo si era invaghito, tuttavia la ragazza presto si innamorò di un altro uomo Ischis e decise di sposarlo. Atena, sorella di Apollo, uccise Coronide per vendicare l'affronto fatto ad Apollo. Il dio del sole decise di salvare almeno il frutto della loro unione che Coronide portava in grembo e gli diede il nome di Asclepio. Asclepio aveva il potere di vita e di morte sugli uomini per questo Zeus, timoroso che la devozione degli uomini per lui superasse quella per gli dei, decise di fulminarlo. Apollo, offeso da Zeus fece in modo che il figlio non morisse e lo fece diventare un dio dell'Olimpo.

Il cavallo di Troia

dipinto: il Cavallo di Troia, Tiepolo

il mito: dopo aver assediato per 10 lughi anni la città di Troia, i greci seguendo un piano ideato da Odisseo (Ulisse) costruirono un grande Cavallo di legno utilizzando il legname delle proprie navi. Il Cavallo era in realtà cavo all'interno e pronto ad accogliere un piccolo contingente di soldati greci. I greci finsero così di abbandonare le spiaggie lasciando un dono propiziatorio del viaggio di ritorno per gli dei. Laocoonte cercò di ammonire i troiani dal portare il cavallo entro le proprie mura ma fu punito da Atena che inviò due serpenti marini per ucciderlo. Il Cavallo fu così portato entro le mura della città di Troia e la notte stessa ci sarebbe stata una brutta sorpresa per i troiani.

mercoledì 3 luglio 2013

Laocoonte

dipinto: Laocoonte, Pietro da Cortona, affresco nel Palazzo del Thé di Mantova

il mito: Laocoonte era un sacerdote troiano di Poseidone. Quando i greci escogitarono grazie ad Ulisse il piano del famoso Cavallo di Troia fu l'unico che dubitò del dono: "Temo i greci, anche quando portano doni".
Tuttavia la dea Atena che era dalla parte dei greci punì Laocoonte inviando due enormi serpenti marini che stritolarono lui e i suoi figli.

Scontro tra Ettore e Achille

dipinto: Achille uccide Ettore, Peter Paul Rubens, 1630 circa

il mito: dopo aver salutato la moglie Andromaca Ettore accetta la sfida di Achille e abbandona le mura di Troia. Malgrado la netta superiorità di Achille che, ricordiamolo, era un semidio, Ettore affronta il duello all'altezza del rivale anche se alla fine capitolerà. Achille dopo aver ucciso Ettore, ancoro furioso per la morte di Patroclo, infierirà sul cadavere trascinandolo con la sua biga fino all'accampamento dei greci (nei prossimi post...).

martedì 2 luglio 2013

Ettore saluta Andromaca

dipinto: Ettore si congeda da Andromaca, Sergey Petrovich Postnikov, seconda metà del XIX secolo

il mito: la guerra di Troia è giunta ormai al suo punto cruciale. Achille medita vendetta dopo l'uccisione di Patroclo e sfida a duello il principe troiano Ettore, fratello di Paride.
Ettore, consapevole della superiorità del suo avversario, si congeda dalla moglie con l'ultimo saluto.

Teseo trionfa sul Minotauro

scultura: Antonio Canova, Teseo trionfante sul Minotauro (1781-1783), Victoria and Albert Museum, Londra (Inghilterra)

il mito: abbiamo già descritto il mito della nascita del Minotauro. Il mostro, per metà uomo e metà toro fu il frutto dell'unione della regina di Creta Pasifae, moglie di Minosse, con un toro bianco. Minosse fece costruire da Dedalo, architetto ateniese, un labirinto in cui rinchiuse il Minotauro. In questo periodo Creta era la massima potenza greca e Atene era sottomessa. Minosse pretese che ogni anno venissero inviati 7 fanciulle e 7 ragazzi come tributo e come pasto per il Minotauro. Atena, stanca di questo tributo che già aveva dovuto pagare per ben tre volte, decise di inviare Teseo, figlio del re Egeo con la quarta spedizione, con il compito di eliminare il Minotauro. Teseo affrontò il Minotauro e lo uccise riuscendo poi ad uscire dal labirinto grazie all'aiuto di Arianna, figlia di Minosse, che gli aveva fornito un filo abbastanza lungo da poter rintracciare la via del ritorno. Teseo ripartì con la sua nave portando con se Arianna che si era perdutamente innamorata di lui. Tuttavia giunto sull'isola di Naxos la abbandonò sulla spiaggia e ripartì per Atene.