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venerdì 12 luglio 2013

Dioniso e il satiro Sileno

scultura: Sileno e Dioniso, copia romana da originale greco perduto

il mito: Dioniso è il dio greco del vino che fu poi chiamato Bacco dai romani. Il nome greco Dioniso vuol dire "giovane figlio di Zeus" e infatti Dioniso nacque dall'unione tra Zeus e la bella Semele. Era, venuta a conoscenza della relazione segreta tra i due, assunse le sembianze di una vecchia e consigliò Semele di chiedere a Zeus di mostrarsi nella sua vera natura. Semele credette alla vecchia e insistette a tal punto che Zeus, adirato, mostrò la sua folgore che incenerì all'istante Semele. Anche questa volta Era aveva avuto la sua vendetta ma Zeus volle salvare il frutto della sua relazione, Dioniso. Lo affidò al satiro Sileno che viveva nei boschi e fu per lui maestro di vita.

martedì 25 giugno 2013

Mercurio e Argo

dipinto: Mercurio e Argo, Jacob Jordaens, 1620

questo mito è collegato a quello di Giove (Zeus) e Io. Quando Giove fu sorpreso in fragrante dalla moglie Giunone (Era), trasformò Io in una giovenca e la regalò alla moglie. Giunone che non si fidava molto di Giove fece sorvegliare Io dal gigante Argo. Argo il gigante dai 100 occhi, non dormiva mai con tutti contemporaneamente quindi per Giove era impossibile avvicinarsi ad Io. Mercurio (Ermes) si offrì di aiutare Giove. Intrattenne col suo flauto il povero Argo fino a che questi si addormentò e quel punto ne approfittò per tagliargli la testa. Giove potè così riunirsi a Io anche se per poco, mentre Giunone scoperto il cadavere di Argo ne raccolse gli occhi e li usò per adornare la coda del suo pavone (Il pavone è il simbolo di Giunone/Era).

sabato 22 giugno 2013

Giove e Psiche

affresco:
Giove e Psiche, Raffaello Sanzio, "Loggia di Psiche" nella Villa Farnesina di Roma

venerdì 21 giugno 2013

Il mito di Giove e Io

dipinto: Giove dona Io a Giunone, David Teniers il vecchio, 17h secolo

il mito: questa è la triste storia di Io, figlia del re-fiume di Argo, Inaco. Io è una fanciulla bellissima e Giove si innamora di lei. Per non farsi scoprire dalla moglie Giunone assume le sembianze di una nube e si unisce a Io. Giunone tuttavia sospettava una relazione tra i due e stava per coglierli sul fatto, senonchè Giove, pur di sfuggire all'ira della moglie trasfoma Io una Giovenca (giovane vacca) e la dona a Giunone quando questa giunge dove si trovavano gli amanti. Giunone tuttavia non se la bevette facilmente. Mandò un tafano a tormentare la povera Io che fuggì costeggiando il mare che da allora porta il nome di Io-nico. Giunse in Asia minore, attraversò il Bosforo (che in greco vuol dire passaggio della giovenca) e giunse alla fine in Egitto dove riacquistò le sembianze umane e assunse il nome di Iside, la famosa dea egiziana. Dall'unione con Giove nacque Epafo, in seguito venerato come Api il dio bue.

giovedì 13 giugno 2013

Zeus e Latona: nascita di Apollo e Artemide (Diana)

dipinto: Latona e gli abitanti della Licia, Joshua Cristall

il mito: la titanide Latona fu uno dei tanti amori di Zeus. Era questa volta aveva ottime ragioni per essere infuriata: un oracolo aveva predetto che i figli nati dall'unione di Zeus e Latona sarebbero diventati più importanti e famosi di quelli di Era. Quando Latona scoprì di essere incinta si rifugiò a Delfi. Era tuttavia scoprì il nascondiglio e inviò il serpente Pitone per allontanarla dalla città. Non contenta, Era,  decretò che Latona non avrebbe potuto partorire né sulla terra né sotto il sole. Poseidone escogitò un piano: creò un'isola galleggiante e la coprì con un'immensa onda e proprio li latona diede alla luce Apollo e Artemide (Diana). In seguito Poseidone fissò l'isola al fondo del mare e la chiamò Delo. Dopo il parto Latona si recò in Licia, in Asia monire. Gli abitanti della regione non la accolsero molto bene: avvicinatasi ad un lago per dissetarsi, per burlarsi di lei, resero torbida l'acqua agitando il fango sul fondale. Latona per vendicarsi inviò un branco di lupi per cacciarli dalle loro case e in seguito li trasformò in rane. Apollo una volta cresciuto vendicò la madre uccidendo il serpente Pitone e edificando i suoi Templi più importanti proprio a Delfi e Delo.

martedì 11 giugno 2013

Le origini della Via Lattea

dipinto: Origine della Via Lattea, Iacopo Tintoretto, 1575-82, Natinal Gallery di Londra

il mito: il frutto dell'unione tra Zeus e Alcmena, Eracle (Ercole) era odiato da Era che si rifiutava di allattarlo. Solo se il piccolo fosse stato allattato dalla regina dell'Olimpo sarebbe divenuto immortale. Allora Zeus aspettò l'occasione in cui Era dormisse e attaccò il piccolo Eracle al seno della dea. Eracle ci mise un po troppa energia ed Era si svegliò spaventata. Il latte cominciò a schizzare da tutte le parti, in parte in cielo formando la Via Lattea, mentre le gocce cadute a terra diedero vita ai gigli. Nel dipinto sono presenti i simboli di Zeus ed Era, ovvero l'Aquila che porta il fulmine e il Pavone rispettivamente.



Zeus e Alcmena: nascita di Ercole

dipinto: Ercole strozza i serpenti sotto lo sguardo di Giove e Alcmena, Giorgio Vasari, 1556-57, Palazzo Vecchio, Firenze

il mito: Zeus, approfittando dell'assenza del marito Anfitrione, si unisce ad Alcmena figlia di Euridice assumendo le sembianze di lui. Zeus fece durare la notte tre giorni e dalla loro unione nascquero due gemelli: Eracle (Ercole) e Ificlo. Saputo del tradimento Anfitrione decide di uccidere la moglie. Solo l'intervento di Zeus riesce a salvare la situazione convincendo Anfitrione a perdonarla. Secondo il mito, Zeus, oltre che della bellezza di Alcmena era affascinato dalla sua fedeltà. Dovette assumere le sembianze di Anfitrione per riuscire a ingannarla. Si dice che il piccolo Ercole fosse talmente forte che già da piccolo riuscì a stritolare due serpenti inviati da Era per ucciderlo. Era non perdonerà mai questo tradimento a Zeus e il suo odio sarà diretto principalmente verso Ercole. Vedremo nei prossimi post.

domenica 9 giugno 2013

Zeus e Ganimede

dipinto: "Il rapimento di Ganimede", Eustache La Soeur, 1650

il mito: Ganimede, figlio di Troo di Dardania (e dal cui nome deriverebbe Troy, la città di Troia), è considerato il più bello dei mortali del suo tempo. Nell'Iliade Omero racconta che Zeus lo rapì sotto le sembianze di Aquila mentre pascolava un gregge sul monte Ida. Zeus offrì in cambio al padre due cavalli divini e un tralcio di vite d'oro. Il padre si consolò pensando che suo figlio non solo sarebbe divenuto il coppiere degli Dèi, ma Zeus lo avrebbe reso anche immortale. Secondo il mito Zeus ne fece anche il suo amante come confermato anche da Ovidio nelle Metamorfosi e Virgilio nell'Eneide. Platone criticò i suoi contemporanei accusandoli di aver inventato il mito di Zeus e Ganimede per giustificare gli atti di pederastia che nell'antica Grecia erano molto comuni. Nel Simposio, egli, per bocca di Socrate, nega che il bel giovane possa mai esser stato l'amante carnale del padre degli Dèi, proponendone invece un'interpretazione del tutto spirituale: Zeus avrebbe amato l'anima e la mente-psiché del ragazzo, non certo il corpo. Il neoplatonismo ha recuperato questo mito in senso spirituale. Il rapimento rappresenterebbe l'anima che vola verso Dio.

domenica 2 giugno 2013

Zeus e Antiope

Zeus e Antiope, Jean-Simon Berthélemy, Collezione Privata

il mito: narra Ovidio nelle Metamorfosi che Antiope era una Ninfa bellissima della quale Zeus si innamorò. Non potendo averla nella forma divina, assunse le sembianze di un Satiro. Questo mito non è molto noto se non agli artisti in quanto la figura di Antiope, rappresentata spesso come una giovane addormentata è stato usato spesso nello studio del nudo femminile. I testi classici greci riportano brevi accenni a questo mito affermando solo che Antipe era una Ninfa che si pavoneggiava con le altre di aver avuto una relazione con Zeus.

domenica 26 maggio 2013

Leda

"Leda", Léon Riesener, 1840, Musée des Beaux-Arts de Rouen 

Quello di Leda è un soggetto mitologico rappresentato da diversi artisti nel corso dei secoli (famoso quello di Leonardo andato perduto e giunto fino a noi grazie alle numerose copie).

Il mito: secondo gli antichi greci Leda era una ragazza molto bella e il padre degli Dei, Zeus, innamoratosi di lei, pur di averla assunse le sembianze di un Cigno. Dalla loro unione Leda concepì i Dioscuri, ovvero "figli di Zeus" (Castore e Polluce) e nientedimeno che Elena la leggendaria (?) regina di Troia, la cui bellezza getterà il seme per una delle più grandi battaglie raccontate, La guerra di Troia.

Bacco (Dioniso)


"Bacco", Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, 1596-97, Galleria degli Uffizi, Firenze

il mito: Bacco (o Dioniso) è frutto dell'unione tra Giove (Zeus) e Semele. Semele pagò con la vita il tradimento fatto da Giove alla moglie Giunone (Hera). La vendetta di quest'ultima non finì però qui. Zeus per evitare che la vendetta ricada anche sul figlio lo affida alla sorella di Semele, Ino. Anche Ino però sarà vittima dell'ira di giunone.

Sarà il saggio Sileno, a prendersi cura di Bacco, infatti spesso viene rappresentato mentre lo porta in braccio ancora fanciullo (spesso nella scultura).


sabato 25 maggio 2013

Hera e Zeus

"Hera e Zeus" (o Giunone e Giove secondo i romani), Antoine Coypel (1661-1722)

I Greci immaginavano gli Dei attribuendo loro tutti i vizi degli uomini. Zeus, il padre degli Dei e degli uomini ne era un esempio. Malgrado fosse innamorato della moglie Hera, (Giunone per i romani) non si faceva mancare nessuna scappatella con le più belle ragazze della terra generando così semidei sparsi un po ovunque sotto l'Olimpo (vedi il caso di Perseo nato dalla unione del Dio con Danae, moglie del Re di Argo, Acrisio).