sabato 25 maggio 2013

Il ratto di Proserpina

"Il ratto di Proserpina", Alessandro Turchi (Verona, 1578 – Roma, 22 gennaio 1649), datazione dell'opera sconosciuta, Collezione Privata

Alessandro Turchi fu un pittore molto apprezzato in vita. Fu chiamato l' "Orbetto", in quanto da ragazzino accompagnava il padre ovunque (rimasto cieco a causa di un incidente sul lavoro).

il mito: Proserpina (Persefone per i romani) era figlia di Cerere.
Il Dio degli inferi Ade (Plutone) innamoratosì di lei la rapì nei pressi del lago Pergusa a Enna (Sicilia) con il suo carro trainato da quattro cavalli neri, mentre la ragazza faceva il bagno con altre ninfe. La portò agli inferi e la sposò.

Cerere, che era dea della fertilità e quindi protettrice dei raccolti non riusciva a vivere senza la figlia. La terra attraversò un grave periodo di siccità e scarsità dei raccolti.

Zeus (Giove) allora, pregato dalla Dea, cercò di intercedere presso il fratello Ade e ottenne che Proserpina potesse passare sei mesi dell'anno con la madre e i restanti sei negli inferi.

Questo mito spiega l'alternanza delle stagioni. La primavera simboleggia il tempo in cui Proserpina torna dalla madre Cerere.

Un altro dipinto molto bello sul tema è quello di Luca Giordano, pittore del 600 campano eseguito in uno stile lontano dal suo avvicinamento a Caravaggio (consiglio di darci un'occhiata).

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