"Venere e Marte sorpresi da Vulcano", Giovanni Battista Carlone: , olio su tela, cm 197x245, Savona Piancoteca Civica.
il mito: Vulcano (Efesto per i greci) è il figlio legittimo di Giove (Zeus) e Giunone (Era) e in principio era nell'Olimpo insieme agli altri dei. Un giorno durante uno degli innumerevoli litigi tra i genitori prese le parti della madre allora Zeus lo scagliò giù dall'olimpo e dopo un volo duratoun giorno intero atterrò sull'isola di Lemno. Si svegliò deriso dagli altri dei e abbandonato anche dalla madre Giunone. Vulcano per vendicarsi regalò a Giunone un trono sul quale, una volta seduta, la dea non potè più rialzarsi. Per liberare Giunone, Bacco dovette ubriacare Vulcano e rubare le chiavi del meccanismo del trono.
Dopo qualche tempo, tornato sull'Olimpo, Vulcano che non serbava rancore per il padre Giove, liberò quest'ultimo da un tremendo mal di testa aprendone il cranio. Dalla ferita venne fuori Minerva (Atena), un'altra dea figlia di Giove.
Vulcano non amava stare sull'Olimpo, preferiva starsene nella sua fucina presso l'Etna, assieme ai Ciclopi, suoi assistenti. Si innamorò perdutamente di Venere e Giove venutolo a sapere acconsentì alle nozze. Venere però non rimase a lungo fedele. Presto lo tradì con Marte (Ares), dio della guerra. Vulcano, avvisato da Apollo, preparò una rete di bronzo e la pose sopra il letto. Al successivo appuntamento tra i due amanti la rete piombò su di loro imprigionandoli in una posizione che non lasciava dubbi. Vulcano convocò allora gli altri dei che risero alla visione di quella scena. Si narra che le dee, per pudore, non assistettero alla scena.
il mito: Vulcano (Efesto per i greci) è il figlio legittimo di Giove (Zeus) e Giunone (Era) e in principio era nell'Olimpo insieme agli altri dei. Un giorno durante uno degli innumerevoli litigi tra i genitori prese le parti della madre allora Zeus lo scagliò giù dall'olimpo e dopo un volo duratoun giorno intero atterrò sull'isola di Lemno. Si svegliò deriso dagli altri dei e abbandonato anche dalla madre Giunone. Vulcano per vendicarsi regalò a Giunone un trono sul quale, una volta seduta, la dea non potè più rialzarsi. Per liberare Giunone, Bacco dovette ubriacare Vulcano e rubare le chiavi del meccanismo del trono.
Dopo qualche tempo, tornato sull'Olimpo, Vulcano che non serbava rancore per il padre Giove, liberò quest'ultimo da un tremendo mal di testa aprendone il cranio. Dalla ferita venne fuori Minerva (Atena), un'altra dea figlia di Giove.
Vulcano non amava stare sull'Olimpo, preferiva starsene nella sua fucina presso l'Etna, assieme ai Ciclopi, suoi assistenti. Si innamorò perdutamente di Venere e Giove venutolo a sapere acconsentì alle nozze. Venere però non rimase a lungo fedele. Presto lo tradì con Marte (Ares), dio della guerra. Vulcano, avvisato da Apollo, preparò una rete di bronzo e la pose sopra il letto. Al successivo appuntamento tra i due amanti la rete piombò su di loro imprigionandoli in una posizione che non lasciava dubbi. Vulcano convocò allora gli altri dei che risero alla visione di quella scena. Si narra che le dee, per pudore, non assistettero alla scena.
Nessun commento:
Posta un commento