sabato 25 maggio 2013

Amore e Psiche

"Amore e Psiche", Antonio Canova, 1788-1793, conservato al Louvre di Parigi.

il mito: Psiche era fanciulla talmente bella che i suoi concittadini la chiamavano Venere facendo ingelosire la Dea che per punire la ragazza inviò il figlio Eros (Amore) per farla innamorare dell'uomo più brutto della terra. Tuttavia Eros per errore colpisce con la freccia il proprio piede innamorandosi all'istante di Psiche.

Purtroppo una mortale e un Dio non possono stare insieme, è la legge degli Dei. Amore e Psiche possono vedersi solo di notte, e ciò avviene per innumerevoli notti. Fino a quando Psiche, istigata dalle sorelle, mentre Amore dorme armata di lampada ad Olio illumina il suo amante scoprendo così la sua natura divina. Eros tradito nella fiducia fugge via spiegando le sue ali.

Psiche andrà alla ricerca disperata del proprio amante senza riuscire a trovarlo e alla fine chiede aiuto alla stessa Venere che la sottopone a diverse prove superando le quali potrà divenire anche lei immortale e quindi vivere tra gli Dei. Le prove sono tuttavia quasi impossibili da superare (l'ultima comporta addirittura la discesa agli inferi per chiedere a Proserpina, sposa di Ade, un po della sua bellezza e portarla a Venere).

Psiche pensa di rinunciare e togliersi la vita.

Alla fine interviene Zeus, mosso da compassione, che trasforma Psiche in una Dea e la fa riunificare ad Eros. La vicenda si conclude con un banchetto a cui partecipano tutti gli Dei che è stato più volte dipinto da molti artisti.

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