venerdì 21 giugno 2013

Il mito di Teseo - parte 1

immagine: Teseo uccide il Minotauro, da un antico vaso greco

il mito: Teseo è un leggendario re di Atene figlio di Poseidone e di Etra seconda una versione del mito, di Egeo e Etra secondo un'altra versione. Egeo era re di Atene, su unì a Cetra sull'isola di Samo e dalla loro unione nacque Teseo. Il re prima di lasciare l'isola seppellì un sandalo e la sua spada sotto un'enorme roccia e disse a Etra che quando loro figlio sarebbe cresciuto sarebbe dovuto tornare a Samo e recuparer questi oggetti per dimostrare la sua discendenza reale. Egeo torno ad Atene e sposò Medea. Quando Teseo crebbe recuperò gli oggetti del padre. Etra allora gli disse la verità sull’identità di suo padre, e gli spiegò che avrebbe dovuto riportare le armi a corte e reclamare i suoi diritti di nascita.Per recarsi ad Atene aveva due scelte: la prima via mare, la seconda via terra ma avrebbe dovuto affrontare le sei porte degli inferi, ognuna delle quali era sorvegliata da un demone ctonio che assumeva le sembianza di un bandito. Teseo scelse questa seconda via. Giunto nella città di Epidauro consacrata ad Apollo affontò il primo demone, Perifete che uccideva i suoi rivali con una clava ricoperta di bronzo. Teseo lo affontò e lo uccise e ne tenne la clava che da allora lo caratterizza nelle rappresentazioni, soprattutto negli natichi vasi. Giunto a Corinto affrontò i secondo demone/ladro, Sini che usava uccidere i malcapitati legandoli per i piedi alle cime di due pini che aveva appositamente piegato per poi lasciarli tornare alla loro posizione originaria, squartando le sue vittime. Teseo lo sconfisse e lo sottopose allo stesso trattamento. Si unì poi alla figlia generando Melanippo. Appena a nord dell’istmo, in un paese chiamato Crommione, uccise un enorme e feroce maiale, la scrofa di Crommione che secondo altre versioni della leggenda si chiamava Fea. Giunto a Megare dovette affrontare la quarta fatica, il vecchio brigante Scirone costringeva le sue vittime a lavargli i piedi sulla cima di una rupe  equando questi erano chinato con un calcio li buttava giù in mare dove venivano divorati da un mostro marino. Teseo sconfisse anche lui e gli riservò lo stesso trattamento delle sue vittime. Fu la volta della quinta fatica. Dovette affrontare il re degli Eleusi, Cercione che era solito affrontare i passanti a duello e dopo averli sconfitti ucciderli. Teseo lo sconnfisse e lo uccise. L’ultimo bandito che affrontò fu Procuste, che aveva un letto sul quale offriva di riposarsi ai viaggiatori che incrociava sulla piana di Eleusi. Quando si stendevano li legava e provvedeva ad "adattarli" al letto o stirando loro le membra con delle carrucole o mozzando loro i piedi e le gambe. Naturalmente Teseo applicò al furfante la stessa procedura che egli stesso applicava alle sue vittime. Era adesso vicinissimo ad Atene. Continua...

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