mercoledì 19 giugno 2013

Personaggi mitologici: Il re Edipo

dipinto: Edipo e la Sfinge, Gustave Moreau

il mito: Laio, re di Tebe, e la moglie Giocasta erano preoccupati per la sorte del loro regno in quanto non riuscivano ad avere un erede. Laio decide di consultare l'Oracolo di Delphi che gli rivela che forse questa è una benedizione in quanto suo figlio l'avrebbe ucciso e avrebbe sposato la moglie Giocasta. Questa situazione avrebbe generato tragedie a cascata fino alla rovina della famiglia. Laio allora decise di ripudiare la moglie senza darle una ragione ma Giocasta una notte riuscì ad ubriacarlo e a giacere nuovamente con lui: questa notte fu fatale. Nove mesi dopo, quando Giocasta ebbe il bimbo, Laio lo portò via da lei e lo espose incatenandolo per le caviglie ad un albero. Fu salvato da un pastore e dalla moglie del re di Corinto Peribea che lo portò con se. Il bimbo crebbe credendo di essere il figlio del re di Corinto, Polibo, e gli fu dato il nome di Edipo che in greco vuol dire "piede gonfio"  a causa delle ferite causate dalle catene. Un giorno un rivale per volerlo offendere gli disse che lui non era il vero figlio del re ma un trovatello. Edipo chiese spiegazione ai genitori che dopo lunghe insistenze confermarono i fatti. Tuttavia Edipo era ancora incredulo e volle chiedere a l'Oracolo di Delphi. L'Oracolo ribadì anche a lui il responso: avrebbe ucciso il padre e sposato la madre. Edipo credendo che si riferisse a Polibo e Peribea non tornò più a Corinto e si recò invece a Tebe. Mentre si recava a Tebe incontrò un carro sul quale viaggiava Laio. Laio stava recandosi presso l'Oracolo di Delphi per chiedere aiuto contro una Sfinge che sottoponeva ad indivinelli gli abitanti di Tebe e divorava coloro che non indovinavano. Il cocchiere gli intimò di lasciar passare il re e non avendo ubbidito subito lo investì con il carro. Edipo infuriato balzò sul carro e uccise il cocchiere con una lancia, mentre Laio incastrato nelle redini dei cavalli finì a terra e fu trascinato da questi fno alla morte. La prima profezia si era compiuta. Creonte, fratello di Giocasta, e nuovo re di Tebe, promise in moglie la sorella a chiunque avesse sconfitto la sfinge. Accovacciata sul monte Ficio, presso Tebe, la creatura figlia di Tifone era un mostro con testa di donna, il corpo di leone, una coda di serpente e delle ali di rapace. Ad ogni passante, la creatura esponeva un indivinello insegnatole dalle Muse: «Qual era l'essere che cammina ora a quattro gambe, ora a due, ora a tre che, contrariamente alla legge generale, più gambe ha più mostra la propria debolezza?». Esisteva anche un altro enigma: «Esistono due sorelle, delle quali l'una genera l'altra, e delle quali la seconda, a sua volta, genera la prima. Chi sono?». Ma nessuno, fra i Tebani, aveva mai potuto risolvere questi enigmi, e la Sfinge li divorava uno dopo l'altro. Edipo risolse entrambi gli indivinelli. La risposta del primo era "l'uomo", del secondo "il giorno e la notte" (in greco il giorno è femminile). Creonte soddisfatto concesse il suo trono ad Edipo e Giocasta in sposa. La seconda profezia si era avverata. Le storie di edipo continuano in altri post...

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